sabato 3 dicembre 2016

BLITZ ANIMALISTA CONTRO IL PRETE CACCIATORE

MARANELLO. Torre Maina è deserta. All’indomani del blitz notturno del movimento “100% animalisti” il paese è impegnato nelle normali attività di un giorno feriale e non c’è nessuno per la strada. Tanti non si sono nemmeno accorti di quello che è avvenuto poche ore prima.
Nel buio, un gruppo di animalisti ha tappezzato la zona della chiesa con una decina di volantini, su cui era stampato il volto di don Pierino Sacella,sacerdote di Torre Maina da vent’anni.

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«Un servo di dio cacciatore? Come se il demonio celebrasse la messa... 5º comandamento “non uccidere”. Don Pierino Confessati!”. E la parola “don” cancellata con una X, quasi a voler scomunicare la figura del sacerdote.
Del raid non resta nulla, se non un volantino strappato nei pressi della chiesa. Già nelle prime ore del mattino erano stati rimossi dai cartelli stradali, dai bidoni dei rifiuti e dal presepe che si trova sul sagrato. Poi don Pierino ha provveduto a chiamare la polizia municipale per denunciare l’accaduto.
Anche la parrocchia, come il paese, è deserta. Il cortile interno, ben curato, ospita i due cani da caccia che sornioni riposano, ma don Pierino non c’è. Raggiunto al telefono sceglie il silenzio:«Non fatemi dire nulla, per favore».
Di quanto avvenuto preferisce non parlare, è ovviamente deluso e scosso; ma non intende alimentare l’odio, sia per evitare di aizzare ulteriormente il caso mediatico sia per proteggere la comunità di Torre Maina, timoroso che si possano verificare nuove incursioni, magari durante le celebrazioni in chiesa.
Non ha mai nascosto la sua passione, che da anni convive con la sua vita di sacerdote, durante la quale è stato anche cappellano dell’Accademia Militare. Un hobby che gli aveva provocato qualche guaio per una battuta di caccia fuori dai periodi stabiliti, come ammesso durante una testimonianza al processo sull’omicidio di Franco Gatti. La caccia, secondo don Pierino, è un’attività lecita se svolta nel totale rispetto delle leggi dello Stato e non è sicuramente l’unico sacerdote cacciatore in Italia.
Ma perché il movimento animalista ha colpito proprio lui?
La motivazione va trovata in un’intervista rilasciata dal sacerdote pochi giorni fa incentrata sulla sua passione per l’attività venatoria: «Non uccidere? Le bestie sono escluse. I fedeli dicano quel che vogliono, il mio è un hobby. Se caccio un capriolo organizzo un bel pranzo con tutti i parrocchiani. E dovete vedere che festa ogni volta».
Parole che alle orecchie degli animalisti sono suonate come una provocazione e che vanno ad incastrarsi in un periodo delicato, in cui proprio i sacerdoti con l’hobby della caccia sono al centro di furiose polemiche. Pochi giorni fa, il presidente di Aidaa (Associazione Italiana difesa animali e ambiente) Lorenzo Croce scriveva una lettera aperta a Papa Francesco chiedendo la scomunica per tutti «i preti che praticano la caccia, pratica vergognosa che si basa sulla violenza e sulla morte, quindi in netto contrasto con i principi di amore dettati dal cristianesimo».
Da qui il blitz del movimento “100% animalisti” molto attivo nel nord est e che nel proprio sito si definisce come «associazione no profit nata nell’aprile del 2003». I suoi fondatori sono «tre amici, Paolo, Jasmine e Federico» e «solo chi è vegano o al massimo vegetariano» può entrarvi. Nel loro sito, oltre alle diverse azioni simili a quella di Torre Maina compiute nel corso del tempo, vi è anche una raccolta stampa in cui si esulta per le morti dei cacciatori, siano esse dovute ad incidenti di caccia o a malattie.